In questi giorni si sta parlando tanto di priorità alla vaccinazione per quelle categorie di persone che sono considerate “a rischio”.
Quel rischio tanto temuto che si chiama Covid-19.
Gli operatori sanitari, che giustamente sono in prima linea nella lotta al  nemico invisibile, le persone anziane, soggetti che hanno delle patologie severe….. e i marittimi?

La conversazione di ieri sera con la mia amica Isabella Susy De Martini, medico di bordo, mi ha fatto riflettere sull’importanza della vaccinazione di questa categoria.
I marittimi, sono stati dimenticati dalle istituzioni, che al pari degli operatori sanitari svolgono un  lavoro essenziale per tutto il comparto del mare e che ogni giorno mettono ad alto rischio la loro vita per garantire la sicurezza dei passeggeri.
La crisi generata dall’emergenza Covid-19 ha aumentato anche lo stress psicofisico dei marittimi,  lavoratori fondamentali dell’industria del mare.


La salute  dei marittimi deve essere tutelata perché se non si riesce ad assicurare loro questo, la circolazione dei beni essenziali e dei trasporti si fermerebbe con gravissimi danni per l’economia mondiale.
Questo vale anche per i medici di bordo ai quali viene affidata la salute e la sicurezza dei passeggeri e di tutto l’equipaggio di una nave.
Vorrei ricordare che il medico di bordo è una figura molto antica  nata per far fronte alle esigenze che si verificavano durante le traversate oceaniche della prima metà del secolo scorso quando veniva chiamato, spesso con pochi strumenti e farmaci a disposizione, a fronteggiare emergenze sanitarie di ogni tipo.
In quelle circostanze il medico di bordo doveva prestare le sue cure nelle situazioni più diverse: ferite da lavoro, fratture, malattie infettive di varia natura, nascite improvvise ed altre urgenze, guadagnandosi “sul campo” i gradi di Ufficiale Sanitario e diventando una figura di primo piano tra le professionalità non specificamente navali, ma insostituibili a bordo per affrontare un lungo viaggio in mare.

Nel corso degli anni in Italia si arriva  al primo modello di struttura sanitaria a bordo delle navi, in grado di funzionare da pronto soccorso , oltre che da infermeria con posti letto , vero punto di riferimento nella gestione delle emergenze mediche, chirurgiche ed ostetriche verificatesi spesso lontano dalla terraferma
Nel 1986, il servizio medico di bordo è diventato obbligatorio anche sulle navi della marina mercantile italiana, addette alla navigazione nel mare Mediterraneo, che siano:
navi maggiori destinate al servizio pubblico di crociera;
navi traghetto, abilitate al trasporto di 500 o più passeggeri, in servizio pubblico di linea la cui durata, tra scalo e scalo, sia pari o superiore a 6 ore di navigazione.
Data l’obbligatorietà del Medico di Bordo su Navi da Crociera e Traghetti battenti Bandiera Italiana
e che si tratta di un Servizio Essenziale che può essere svolto solo da un professionista Medico iscritto in un elenco speciale del Ministero della Salute e in possesso di valido Libretto di Navigazione, a mio avviso si dovrebbe provvedere con urgenza alla vaccinazione dei Medici di Bordo, dimenticati fino ad oggi, a tutela sia dei Sanitari che svolgono un Servizio Essenziale in quanto la Nave, senza la presenza di un Medico non può salpare, sia di passeggeri ed equipaggio e delle loro famiglie.
Le circostanze associate all’attuale epidemia di COVID-19 possono rappresentare sfide uniche per il personale navigante e per le loro famiglie. I marittimi possono annoiarsi, sentirsi frustrati o sentirsi soli, così come le loro famiglie. Ognuno reagisce in modo diverso agli eventi e ai cambiamenti con possibili ripercussioni nei pensieri, nei sentimenti e nel comportamento.

Sarebbe pertanto necessario che la sicurezza della gente di mare  fosse considerata come un valore irrinunciabile dal quale partire, pena il rischio di penalizzare tutto il comparto marittimo. Questo vuol dire partire subito con la loro vaccinazione al pari degli operatori sanitari.
Fondamentale è dunque intendere la sicurezza come un bene assoluto che va salvaguardato e difeso, perchè senza di essa non c’è e non può esserci una ripartenza dell’intera economia nazionale.
Esiste un’esigenza che è quella di dare centralità all’uomo e alle sue condizioni di lavoro.

Le immagini sono state gentilmente concesse da Isabella Susy De Martini