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Le navi da crociera sono tutte fantastiche, hanno il sapore di una vacanza all’insegna dell’assoluto relax e dell’assoluto lusso.

Interni, esterni, tutto fatto per permettere al viaggiatore di non pensare a nulla, solo godersi la vacanza.

Visitare una nave ha sempre milioni di domande e, se si è fatta qualche crociera, milioni di paragoni.

Una giornata però non è sufficiente per un giudizio, se non sommario e superficiale.

Norvegian Epic è Epica, Enorme, sia esternamente che internamente. Si viene accolti da questa Reception che quasi ricorda un’albergo, anche se a bordo non si sente nessun profumo, solo quello di mouqutte.

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Per quanto immensi gli spazi, si ha però un senso di chiuso, i ponti sei-sette sono a oblò, non sono usufruibili anche all’esterno. La luce non manca, ma manca quel senso di poter uscire e sentire l’odore del mare.

Ristoranti. Abituata su una compagnia europea, che ha 4 ristoranti, qui si combatte con almeno 25 locali, dove si può mangiare qualunque cosa a qualunque ora. Dalla cucina francese, alla cucina internazionale, da quella cinese a quella giapponese, insomma un viaggio tra sapori e cultura.

La pulizia della nave è a livelli elevati, anche se nei bagni pubblici abbiamo avuto qualche intoppo, soprattutto quello degli uomini. Mi sorprende però che non se ne siano accorti.

La lingua è l’inglese, per cui o lo si parla e lo si capisce o si cerchi una compagnia italiana. L’intrattenimento, questa è per me la parte più importante. Qui l’animazione è ovunque, ogni ristorante, ogni bar ha il suo team di animazione, semplice o come direbbero gli americani “soft” quell’animazione che non irrompe nel tuo relax, ma che ti accompagna. Gli spettacoli a teatro in inglese. Tutto è rapportato sul livello del mercato Americano e internazionale.

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Il ponte delle piscine. Ampio, spazioso, ideale anche per intrattenimenti durante la navigazione, ma, si c’è un ma, le piscine sono davvero piccole, dieci persone in acqua e non ci si sta. Ovvio che non mi aspetto una piscina olimpionica, ma almeno un po’ più grande di una pozza. In compenso però le regole vengono fatte rispettare, l’area riservata agli adulti è un’area ben delimitata.

La nave era ferma in porto, per cui non del tutto attiva, a me ha dato un po’ un senso claustrofobico. Tutto sommato la mia curiosità resta, per capire se questo senso di claustrofobia permane, devo provarla, non si sa mai…magari la prossima crociera.

ARTICOLO DI DANIELA GRIGETTI